STORIA
La Rocca rappresenta il più importante monumento della città di Lugo, testimoniandone il suo passato strategico e commerciale.
Intorno a questa struttura, fu sempre il vuoto, e l’imponente oggetto architettonico, isolato dal tessuto urbano della città. Fù sempre isolato da elementi respingenti: prima l’acqua, poi la terra battuta; in seguito la zolla erbosa e poi recentemente la striscia d’asfalto.
La Rocca di Lugo rappresenta un’importante testimonianza nel campo dell’architettura fortificata. Questa architettura particolarmente in Romagna, caratterizzò la formazione dei centri urbani a partire dal basso medioevo.
Il primo nucleo della città, corrispondente all’incrocio degli assi viari originati dalla centuriazione romana. E’ documentata fin dal X secolo: un recinto, con argini in terra e palizzate che svolgeva funzione di presidio militare e di rifugio per la popolazione rurale.
Medioevo
Nel 1218 l’unico borgo ed il castellare vennero atterrati in una desolazione quasi totale decisa dai Faentini; successivamente nella Villa Luci si ricompose Brozzi, a sinistra della riedificata cittadella, ed a destra di questa si procedette alla fondazione di un nuovo borgo detto di Codalunga.
Tra le scarse notizie pervenuteci, gli storici pongono in evidenza l’iniziativa del condottiero ghibellino Uguccione della Faggiola, in Lugo dal 1297 al 1299, nel rinnovare le difese del castello; è fatta risalire a questo periodo la costruzione della torre maestra della Rocca, denominata mastio faggioliano.
Il periodo di maggiore sviluppo della fortificazione corrisponde con la dominazione estense (1437-1598, con brevi interruzioni), durante la quale i connotati dell’apparato difensivo vennero profondamente modificati almeno due volte. Nella seconda metà del ‘400, per volere di Ercole I, la piazza d’armi fronteggiante la rocca fu trasformata dando luogo ad un’efficiente cittadella, secondo uno schema che negli anni 1460-1480 trovava realizzazione anche a Ravenna (veneziana) ed a Forlì (sotto la signoria degli Ordelaffi).
L’assetto della cinta muraria, dotata di torri rotonde e completamente circondata da un fossato, si desume da un noto disegno conservato presso l’Archivio di Stato di Modena, che fu redatto nel XVI sec. in occasione delle successive modifiche: l’unico accesso era posto sul lato est, mentre la rocca era accessibile sia dalla cittadella che dall’esterno, mediante una porta che in seguito venne detta “del soccorso”.
Il Risorgimento
Della Rocca quattrocentesca restano molte strutture seminascoste da altre più recenti: sono tuttora leggibili l’impianto quadrangolare, articolato sul cortile interno, tratti di cortine murarie (lati ovest e sud, con cannoniere e beccatelli conservati); parti anche cospicue delle torri, tra le quali la porta del soccorso (salva ma completamente inclusa nelle costruzioni del lato nord). Il cosiddetto mastio faggioliano fu in questo periodo potenziato, forse inglobando una torre preesistente all’angolo nord-ovest della cittadella, e aggregato alla rocca mediante un passaggio munito di cannoniere.
Trascorsa oltre metà del XVI sec., il presidio lughese al confine meridionale del Ducato d’Este si trovava infatti in condizioni di dubbia efficienza. Occorreva rinforzarlo riguardo ai requisiti imposti dalle innovazioni belliche. Vennero costruite fortificazioni far fronte alla crescente potenza distruttiva delle artiglierie. Erano venuti in uso spessori murari più forti, profili sempre più bassi e sfuggenti, terrapieni avanzati. La Rocca dovette quindi essere nuovamente ristrutturata.
Nel 1568-1570 il Duca Alfonso II d’Este fece abbattere la cittadella, divenuta superflua ai fini difensivi; l’architetto ducale Alfonso Corno permetteva la sola conservazione del torrione posto a nord (il mastio faggioliano) ed a questo furono addizionati baluardi, bastioni e cortine, elementi architettonici che avrebbero conferito alla Rocca l’aspetto attuale, nonostante alcuni interventi operati nei secoli seguenti.
Parte del materiale di recupero risultante dalle demolizioni e dall’escavazione di nuove fosse fu probabilmente impiegato per dotare la rocca di bastioni sui lati sud, ovest ed est. Vennero inoltre ispessite alcune strutture delle cortine e delle torri. L’area resa libera fu destinata alla fiera ed accolse il primo braccio del futuro Pavaglione.
Mediante l’intervento descritto, la fortificazione lughese raggiunse un assetto piuttosto originale, a metà tra il tipo quattrocentesco della rocca a pianta quadrangolare ed il tipo tardo-cinquecentesco della fortezza bastionata; si tratta di una connotazione che, valutata complessivamente in rapporto al periodo storico ed alla collocazione geografica, appare unica in Romagna.
Il Dominio della Chiesa
Dopo il passaggio di Ferrara Lugo passò allo Stato Pontificio (1598). Nel XVII secolo, all’interno della fortezza venne edificata l’abitazione per il Governatore pontificio e da questo momento la Rocca ebbe destinazione mista. Era carcere, magazzino e residenza, fino al XIX secolo, cioè per tutto il governo della Santa Sede.
Successivamente al grande incendio del 1775 “che durò tre giorni e distrusse i locali migliori”. La fortezza ebbe a patire ricostruzioni inconsapevoli e negligenti. Così una serie di pesanti rimaneggiamenti trasformarono buona parte dell’antica fortezza nell’odierno palazzo per uffici pubblici.
Il più considerevole intervento distruttivo fu operato nel 1830 a spese del terrapieno orientale, che venne sostituito da un ingombrante edificio porticato; qui trovarono sede l’Ufficio postale e le amministrazioni giudiziarie. A distanza di pochi anni (1839) seguirono l’interramento degli ultimi residui del fossato e la demolizione dell’avancorpo nella piazza del mercato bestiame (ora Garibaldi); la ristrutturazione dell’ingresso principale e nuove costruzioni nel Giardino Pensile; l’addossamento al terrapieno ovest di un edificio in stile gotico ad uso di pescherie.
In seguito al crollo di quest’ultimo avvenuto nel 1893 a causa di un temporale, questa funzione commerciale veniva trasferita nel 1896 all’interno della Rocca, in locali situati a piano terra ed allo scopo di rendere più agevole l’accesso alla bottega, nel lato nord della Rocca si aprirono tre ampi fornici con arco a sesto acuto.
Da quell’epoca e per circa un secolo, si susseguiranno continui adeguamenti funzionali e strutturali degli spazi interni che infine saranno completamente alterati.
Il XX secolo
Nel 1910 al mastio faggioliano si volle ripristinata la merlatura originale. Dal 1923 al 1926 la Rocca sarebbe stata nuovamente restaurata e ristrutturata. Risale al 1926 l’inaugurazione del Museo Baracca (oggi trasferito presso Casa Baracca) situato nella prima sala a destra dell’ingresso della Rocca, attualmente è stata restaurata e inaugurata nel 2010 col nome di “Sala Baracca”. Nel medesimo periodo si provvide all’edificazione dei bagni pubblici, attualmente non più esistenti, al loro posto uffici comunali.
Nuovamente ristrutturata agli inizi degli anni ‘60. Venne realizzato il collegamento tra la corte interna e lo straordinario giardino pensile situato sui bastioni. Importante ilrecupero e restauro che decide anche di variare la destinazione d’uso ai locali delle Pescherie.
E’ stata recentemente sottoposta ad ulteriori fasi di restauro col ritrovamento della Sala D’Este.
Un ulteriore salone attiguo ancora in fase di ristrutturazione.
ARTE
Il monumento si presenta costituito dall’intreccio di due componenti.
Una parte emergente, che corrisponde alle sovrapposizioni e alle trasformazioni di epoca moderna – in una sintesi molto schematica, si tratta dei fabbricati che hanno accesso dal cortile – ed una parte seminascosta dalla prima, che rappresenta il residuo dell’antico organismo fortificato. Intorno, è ancora riconoscibile il fossato; il portone è stato realizzato con il legno dell’antico ponte levatoio. Al centro del cortile si trova una pregevole vera da pozzo con le insegne di Borso d’Este del XV secolo. In cima allo scalone monumentale che adduce alla residenza municipale si trova una lunetta di arenaria attribuita a Mino da Fiesole ed un pluteo ravennate del V secolo.
La Rocca è sede del Comune dal 1847. Continui interventi di ristrutturazione ed adattamento alle funzioni di centro amministrativo della città ne hanno consentito il mantenimento. Il prezzo tuttavia sono le pesanti manomissioni.
Risale all’Ottocento anche lo scarso apparato decorativo, limitato ad alcune sale all’ultimo piano del lato est (soffitti dipinti nella prima metà del secolo). Gli ambienti di rappresentanza della Residenza municipale, che vennero rinnovati nel 1857 in occasione della visita di Pio IX a Lugo. Non è comunque trascurabile il patrimonio di arredi, oggetti d’arte e reperti archeologici conservato in Rocca:
I due ritratti di Pio VII e Pio IX.
La Madonna col Bambino in ceramica faentina, attribuita alla scuola di Benedetto da Maiano.
Il Ritratto di Gioacchino Rossini eseguito nel 1828 da Haudebourt Lescout.
I ritratti dei genitori del musicista, gli unici esistenti e donati alla città di Lugo dalla seconda moglie del maestro.
Una lettera autografa del compositore, datata 1844, ed altri interessanti documenti.
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